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Quando parliamo di cardiopatie, il protagonista della discussione è spesso il colesterolo. Si è visto però, che il problema non è avere solo il “ colesterolo alto”. Secondo numerosi studi si è scoperto che le patologie cardiache sono favorite, oltre che dall'infiammazione, da uno specifico tipo di colesterolo: LIPOPROTEINE A BASSA DENSITA' (LDL) PATTERN B. Gli scienziati hanno scoperto il motivo, e c'entrano il GLUCOSIO, IL FRUTTOSIO E L'INSULINA. Le pareti dei vasi sanguigni sono formate da cellule, e le cardiopatie hanno inizio quando su queste pareti iniziano ad accumularsi delle placche. I mitocondri di queste cellule sono particolarmente sensibili allo stress. Gli alti picchi di di glucosio e fruttosio portano a stress ossidativo e pertanto le cellule soffrono e perdono la loro forma liscia. A questo punto le pareti dei vasi sanguigni si fanno irregolari, e la superficie sconnessa favorisce il ristagno di particelle di GRASSO. Quando l'insulina è troppo elevata, il fegato inizia a produrre COLESTEROLO LDL PATTERN B. Si tratta di un tipo di colesterolo piccolo e denso che resta vicino alle pareti dei vasi, proprio dove è più facile che resti bloccato. ( Le LDL pattern A sono più grandi, meno dense e innocue: le ricaviamo dai grassi alimentari.) Pertanto, se e quando il colesterolo è ossidato ( avviene in presenza dio livelli elevati di glucosio, fruttosio e insulina), si incastra sotto le pareti dei vasi sanguigni e resta lì. Le placche si accumulano e ostruiscono la circolazione sanguigna, ed è cosi che insorgono le patologie cardiache. I picchi influenzano tutti e tre i processi. Anche se la glicemia a digiuno è normale, ogni picco aumenta il rischio di morte per infarto cardiaco. PER AIUTARE IL NOSTRO CUORE, DOVREMMO APPIATTIRE LE CURVE DI GLUCOSIO,FRUTTOSIO E INSULINA.

Il nome botanico dei broccoli è Brassica oleracea var. italica. Costituivano parte integrante della dieta giornaliera di greci e romani. Nel Nord America vennero introdotti dai primi immigrati italiani e ora sono un alimento stabile della dieta americana. I broccoli si collocano tra i primi 10 alimenti nell’indice ANDI. Il valore nutritivo dei broccoli è notevole: hanno un alto contenuto di vitamine A, C, K e del gruppo B come la niacina e la riboflavina, e contengono la maggior parte dei minerali. Per quanto riguarda il contenuto proteico, hanno livelli simili alla soia quando misurati nella forma secca e se consideriamo la loro percentuale calorica fornita dalle proteine, 100kcal di broccoli contengono più proteine rispetto a 100kcal fornite dalla carne. Come tutte le verdure appartenenti alla famiglia delle Brassicacee, i broccoli contengono sostanze fitochimiche bioattive che aiutano a proteggere dal cancro e a rafforzare il sistema immunitario. In questa verdura troviamo i glucosinolati, che sono precursori di sostanze (come ad esempio il sulforafano) che possiedono effetti preventivi sul cancro. La biodisponibiltà del sulforafano negli integratori è invece più bassa rispetto a quella della pianta integra, pertanto il modo più efficace per ottenere i benefici anti-tumorali dei glucosinolati è il consumo diretto delle verdure crucifere. Studi epidemiologici raccomandano un uso settimanale di una o più porzioni di broccoli per contribuire a ridurre il rischio di cancro alla prostata, uno dei tumori più comuni tra la popolazione maschile dei paesi occidentali. Un’altra preziosa sostanza derivante dai broccoli è il diindolylmethane (DIM), efficace nella soppressione di vari tipi di cancro come quello al seno, alla prostata, dell’endometrio e del colon. Grazie al suo alto contenuto di vitamina C (150% della RDA per 100 grammi), la capacità antiossidante dei broccoli è molto alta. Le foglie dei broccoli sono un’ottima fonte di carotenoidi come la luteina e la zeaxantina, importanti per la salute degli occhi nonché nella prevenzione della degenerazione maculare della retina in età avanzata.